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venerdì 29 luglio 2011

Il ritrovamento di Nanotermite nelle Torri Gemelle: una questione di campioni!



A Bologna il 23/07/2011 si è svolto il tanto atteso dibattito tra Paolo Attivissimo e Riccardo Pizzirani (Sertes su Luogocomune.net). L'incontro, a cui ho assistito, e che mi ha colpito per l'insolito clima distensivo tra le due fazioni mi ha dato l'occasione per riflettere su un argomento in particolare: lo studio di Niels H. Harrit sul ritrovamento di Nanotermite nelle polveri del WTC.




Niels Harrit

Tralascio volutamente le numerose polemiche che si sono susseguite in merito alla credibilità della rivista su cui è stto pubblicato l'articolo e al fatto che lo stesso sia stato o meno sottoposto a peer review (leggete qui e fatevi un'idea) ed inizio ad occuparmi della parte fondamentale.



Prima, però, alcune cosiderazioni preliminari su coloro che hanno fornito la polvere "proveniente dalle torri" per queste analisi.


La prima è sul campione raccolto da Frank Delessio; quest'uomo, dopo dieci minuti dal crollo delle torri, con tutti i morti, persone disperate in cerca di familiari, gente che correva a destra e a manca, incendi, ecc. non ha trovato nulla di meglio da fare che raccogliere la polvere da una rotaia e portarla (in mano!!!) a un suo amico.


Seconda considerazione; ci troviamo di fronte a 4 persone che dicono di avere conservato della polvere per 6/7 anni (chi di noi non l'ha fatto almeno una volta nella vita?!).



Ora...è ovvio come queste considerazioni preliminari gettino non pochi interrogativi sulla reale credibilità delle persone che hanno fornito i campioni ma, almeno in questo caso, accantoniamo quelle che potrebbero essere tacciate come mere supposizioni e diamo per scontato la loro buona fede, nonostante certi atteggiamenti siano quantomeno curiosi.

Il problema fondamentale non è la credibilità dei testimoni ma è la repertazione dei campioni!


Uno studio che si base totalmente sull'analisi di campioni non può esimersi dal fatto di dare certezza che quei campioni siano realmente quello che si voleva analizzare, cosa che lo studio di Harrit non riesce minimamente a fare.


Frank Delessio, in primis, ha raccolto una manciata di polvere da una rotaia...luogo non esattamente pulito (per usare un eufemismo), capace quindi di "sporcare" il campione raccolto; poi l'ha portata in mano a casa del suo amico Tom rischiando così di raccogliere del pulviscolo atmosferico o delle polveri presenti nell'aria che ben potrebbero avere compromesso la purezza del campione. Si potrebbe obiettare che questa è solo un'eventualità e non una certezza; vero! E' anche vero il contrario però, cioè che non si ha la certezza che il campione sia incontaminato.

Nonostante tutto, nello studio, Harrit e soci si affrettano a precisare che le polveri, raccolte dopo dieci minuti dal crollo, non possono essere state contaminate dalle operazioni di pulizia di Ground Zero; noterete che questa precisazione, per i campioni successivi, non viene più fatta. La mancanza non è casuale!




Il prof. Steven E. Jones, collaboratore di Harrit nello studio in oggetto

Stephen White, che raccolse il secondo campione, lo fece la mattina del giorno dopo. Harrit stranamente non fa più riferimenti al fatto che il campione non sia stato contaminato dalle operazioni di pulizia, perchè sa perfettamente che tali operazioni erano già cominciate. Oltretutto, come nel caso precedente, nessun dubbio che quelle polveri raccolte in un appartamento all'ottavo piano, a 5 isolati di distanza, possano essere contaminate da altre polveri sottili o che si tratti effettivamente della polvere proveniente dal WTC.


Il terzo campione di Jody Intermont è raccolto anch'esso la mattina del 12 settembre; anche qui, curiosamente, scompare ogni riferimento alla contaminazione dovuta alle operazioni di pulizia e rientriamo nella stessa situazione del sig. White.


La raccolta del quarto campione è però, a mio parere, la più eclatante sulla "disattenzione" di questo studio in merito alla repertazione dei campioni.

La sig.ra Janette McKinley si è trovata con la finestra rotta a causa del crollo della torre sud; è scappata ed è rientrata dentro all'appartamento solo dopo una settimana. Ora, in qualsiasi appartamento con finestre chiuse si forma della polvere dopo una settimana; immaginate un appartamento in cui per una settimana vengono lasciate le finestre aperte!!!

Tra l'altro, curiosamente, questo è l'unico dei quattro casi in cui si parla di conservazione delle polveri in una busta sigillata; provate a pensare se in una qualsiasi altra busta, non sigillata, in 6/7 anni non possa entrare della polvere che avrebbe ulteriormente minato la purezza dei campioni analizzati.



E' veramente strano che in un team di 9 persone circa, nessuno si sia posto questo tipo di problema e lo abbia "risolto" (virgolettato d'obbligo, dato che in realtà non ha risolto nulla) con tanta superficialità; ognuno può farsi un'idea della buonafede o meno di coloro che ci hanno propinato questo studio come attendibile!


E' evidente che la raccolta dei campioni effettuata da Harrit e dal suo team non sia assolutamente attendibile anzi, per certi versi, è dilettantesca; una raccolta di campioni siffatta non sarebbe accettata in nessun tribunale, probabilmente nemmeno da "tribunali" da avanspettacolo come Forum!

In un qualsiasi processo la repertazione delle prove viene invalidata per molto meno ed è per questo che deve essere rigorosa e attendibile, soprattutto se si parla di dovere accusare qualcuno di avere compiuto delle stragi.


Perchè il nodo focale è quello: si vuole arrivare a dire che qualcuno ha messo della Nanotermite per fare crollare volutamente le torri gemelle. L'accusa è molto grave e sarebbe dovere di qualsiasi cittadino denunciare questo fatto alle autorità in caso ci siano evidenti prove di colpevolezza (in questo caso la presenza di Nanotermite); il motivo per cui queste denunce non vengono fatte è semplicemente perchè non troverebbero nessun giudice disposto ad accettarle. 



La mia domanda è come sia francamente possibile che ci siano tante persone che, nella foga di voler gridare all'autoattentato o alla falsità della cosiddetta "versione ufficiale", non notino tutte queste carenze!

Conclusione: non c'è bisogno di perdere tempo a leggere tutto il lavoro di Harrit, o meglio, possiamo farlo per amore di curiosità ma il problema è che non passa nemmeno l'esame  preliminare delle metodologie utilizzate per portare avanti lo stesso. In definitiva ci si blocca ancora prima di cominciare. Da questo studio si può desumere tutto, tranne che ci sia stato il ritrovamento "scientifico" di Nanotermite nel WTC.






 

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